di Yasmin Alibhai-Brown
questo è il libro cui accennavo in cucina, Lidia.
Le sinossi che lo accompagnano in rete sono inesatte, però.
Yasmin Alibhai-Brown è una giornalista inglese nata in Uganda da una famiglia di origine indiana.
Un popolo questo destinato a sentirsi sempre nomade, perchè in balia dei venti della politica che di quando in quando cambiano,destinato a non poter chiamare nessun posto "casa".
Non più indiani, perchè da lì partiti generazioni prima per l'Africa; mai integratisi in Uganda, da dove vengono scacciati a seguito della presa di potere di un dittatore; non del tutto inglesi, anche se naturalizzati...prima dell'avvento dell'Unione Europea addirittura sul passaporto erano indicati come inglesi di serie B, con davvero pochi diritti.
La donna racconta partendo dalla storia della sua gente, passa per il suo esodo, il suo matrimonio, fino al posto nella società che si è guadagnata, miscuglio di modernità e retaggi culturali, dando gran risalto a sua madre, donna per suo modo innovativa, coraggiosa, molto amata...
E, come ho detto, il racconto è intercalato da ricette: piatti della tradizione, a volte modificati dall'influenza delle nuove realtà in cui vive.
Più che come romanzo, la storia non è "rocambolesca" o intensa, l'ho apprezzato come excursus storico, come testimonianza diretta di grandi mutamenti politici in Africa...aspetti di cui sapevo ben poco, lo ammetto.
Ad esempio, mi ero spesso chiesta cosa ci facessero, indiani nella terra d'Africa, quando ne leggevo qua e là (come nella mia Africa di Blixen
); sembravano sempre dati per scontati, ma nessuno diceva mai perchè.
Ok, ora lo so
E poi va ovviamente apprezzato per le ricette, a me ovviamente per lo più sconosciute, dove le spezie la fanno da padrone.