Che bello che si possa parlare di questo: io la vera dieta la sto cercando e faccio molta fatica a trovarla.
Io devo dirvi in tutta sincerità che mi sono convinto che la parte affiorante, la ciambella, è una parte molto più piccola di qualcosa di molto più grande.
Io non sono per nulla soddisfatto della mia vita: dividerei il mio scontento in più parti:
1) quella relativa alle cose che la ciambella ha modificato (in modo temo irreversibile)
2) quella relativa alle cose che trovo profondamente sbagliate (tante e alcune insopportabili)
3) quella relativa alla disfunzione totale che l'incontro delle prime due generano a nastro
Che dire? La fatica è improba e soprattutto non è affatto certo sfangarla. Certo che una cosa è certo: io voglio dimagrire e non voglio dimenticarlo per nessun motivo.
Eppure il problema lo conosciamo benissimo: arrivati al punto, non so voi, ma io mangio. Sempre meno per fortuna sempre meno gravemente, sempre con maggior controllo emotivo ma mangio non c'e' storia.
Perchè ? Fame ? Nel mio caso non sempre: ho provato e sto provando semplicemente a controllare non a ridurre (certo non mi strafogo) ma basta controllare perchè vi assicuro che la tigre si imbestialisca: e lo sa fare piuttosto bene.
Oscillazioni emotive ? Si ma allora dovrei magiare sempre.
Problemi pratici? A valanga: ma anche qui non dovrei smettere di mangiare dal mattino alla sera.
Non so bene cosa voglia dire: arrivo sempre in una terra di nessuno dove una voce mi urla tu sei un dipendente (e magari in qualche parte è vero) ed un'altra che mi dice che ho avuto la sfiga di mangiare molto da piccolo e allora sono obeso altrimenti potrei mangiare a volontà (come i miei fratelli che, mannaggia alla pupazza, possono mangiare a quattro palmenti di tutto senza cambiare il loro assetto filiforme di una virgola).
Ma tant'è: scusate lo sfogo.
La frase latina (figlia della sindrome del non vedente: seduttivo con quello che posso, che certo non può essere il mio faccione, grazie ciambella!) è del vangelo di Giovanni III,8
'In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t`ho detto: dovete rinascere dall`alto.
Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va:
così è di chiunque è nato dallo Spirito'
Lo so che depone male: sembro un baciapile ma non lo sono.
Non credo in niente e penso che dopo non ci sia proprio niente.
Ma in questo modo non sono andato da nessunissima parte. E quindi mi sono strarotto di ontologie assolute: faccio quello che mi serve.
E comunque mi pice moltissimo l'idea della libertà dello spirito: ci dovrà ben essere qualcosa di buono in questa ciambella, ecco questo lo postulo volentieri. Anzi sono costretto a postularlo.
Vi ho probabilmente sfinito e me ne scuso. Con il tempo imparerò a dosare la lunghezza dei post.
Non vi conosco ma mi piacerebbe pensare di potervi abbracciare forte.
Abbiate cura di voi.
A presto
Francesco