Carissime !
Se sono io il Francesco vi ringrazio di cuore tuttavia mi permetto di chiedere ma quale campione?
Vediamo la situazione: un grumo di risentimento rabbioso che di suo si divorerebbe il mondo intero per fare dispetto a non si sa bene chi e con l'evidente intento di rasserenarsi trova, a prezzo di lacrime, sangue e una pratica da neurodeliri un equilibrio di un qualche tipo.
Equilibrio che dipende da uno sconvolgente numero di fattori e circostante concomitanti ma da un punto fondamentale: il riconoscimento della mia dipendenza da cibo. Io non vorrei, a me carissime, disquisire se sono ontologicamente bravo (quindi lo sono anche quando NON sono bravo), oppure lo sono solo quando riesco ad esserlo (monsieur de La Palice dove siete?), ovvero la categoria è completamente inadeguata a trattare la questione.
E vedete, non si tratta di "prendersi i complimenti" si tratta di volere profondamente condividere l'assurdo ma piacevolissimo mistero di una giornata che può finalmente svolgersi senza "incidenti" che hanno per cosi tanti anni funestato i miei giorni: gli ultimi eventi li avete magari ancora visti; 250 grammi di pane divorati in un battibaleno oppure quantità non proprio sobrie, barattoli di marmellata volatilizzati in un paio di volte. Sono qui a sostenere con gioia che si può stare senza queste "scivolate". E la qualità della vita cambia fantasticamente: io "dipendente" completo da cibo in eccesso mi muovo in un mondo in cui questa (la dipendenza) si attenua: ma che botta di vita e soprattutto adesso posso VERAMENTE imparare a vivere. Si perché nel momento in cui il mio vivere era intessuto dalla difesa ad oltranza dello spazio per coltivare il mio problema io non vivevo: ero come il drogato che ci porta a spasso parlandoci di come ha intenzione di uscirne avendo la sua dose in tasca e pensando al quando e come andarsela a fare. Certo che io l'esito della mia dose me lo porto addosso: e non mi piace per niente. Del resto è IMPOSSIBILE dire basta sentirsi bene: mi basta guardarmi intorno per capire che non è così, lo stare bene DEVE passare attraverso il recupero di un'immagine corporea dignitosa. Che nemesi: parto da un problema fisico (mangiare, ingurgitare) passo per mille pensieri e torno al mio corpo: nel corpo si gioca la possibilità ultima di salute; e sapete benissimo cosa vuol dire parlare di corpo: significa fatalmente avvicinarsi a tutte quelle sfere che è ovvio che vi dica che sono state disfunzionali: dal movimento, alle relazioni, fisiche e non, alla tragica percezione dell'immagine corporea che ci lega a filo doppio con chi di cibo non ne assume per niente. Del resto da grande obeso quale resto normalmente ho solo simulato: qualunque cosa ma simulata, il vero è stato sempre un punto di dolore assoluto da inabissare nelle profondità più nere.
Ecco perché la pratica è la vera salvezza: perché è reale, ci riporta al reale e ci ancora nel qui ed ora.
Come ho detto altrove la mia vita personale sta andando a catafascio: naturale viste le premesse. C'è relazione ? Nel mio caso profonda relazione: una vita disfunzionale (in cui ho colpe tremende e pesantissime) si scioglie quando la disfunzione viene meno. Ma questo vuole dire altro sangue. E purtroppo non solo quello.
Ma tornando al punto per cui ho cominciato qui a dire: non complimenti ma imitazione! Prendiamo spunto ciascuno dall'esistenza dell'altro e in questo compagnionaggio "debole" appropriamoci della salute che meritiamo! Lavoriamo perché la salute altrui diventi la nostra: e qui non è come mangiare, dove o mangi tu o mangio io: qui più prendiamo e più diamo, e più diamo e più possiamo prendere!
E dobbiamo veramente agire con la massima sollecitudine e determinazione: perchè chi ha provato cosa significhi non saper smettere di mangiare sa benissimo che stiamo parlando di una relazione così poco sana che NON può essere passata sotto silenzio e neppure può essere considerata un lieve inestetismo. Per quanto mi riguarda, la dieta della mia specialista in associazione al percorso svolto in Overeaters Anonymous hanno fatto e stanno facendo la differenza: ma il nutrimento per me francesco nasce proprio dall'incontro con altre persone che abbiano il mio problema, perchè ovviamente mi sento a casa e posso immediatamente cominciare a lavorare per la mia salute: che è ovvio mi stia a cuore moltissimo in quanto base di tutta la questione.
Dunque quale campione?
Non c'e' primato: tutti possiamo farcela grandemente ma tutti dobbiamo grandemente lavorare. E non è scontato purtroppo! Come avete visto la mia determinazione non è prestabile a nessun altro fosse anche la persona a me più cara al mondo se quella persona non voglia farla sua!
E credetemi che qui vedo e sento per quello che leggo che ci sono persone che definire splendide è insopportabilmente riduttivo: persone che trovo un peccato mortale debbano languire dentro la vergine di Nonimberga che ci siamo autocostruiti. Io non sono splendido come loro: ma da questa infernale macchina della tortura ne voglio venire fuori. E stare lontanto dalla pratica alimentare distruttiva che la costituisce.
Perdonatemi per questo sproloquio. Spero che si capisca che il miglior complimento che possiate farmi, la più meravigliosa notizia che possa ascoltare da voi è che avete trovato la vostra via per debellare questo malanno e che questo vi funzioni giorno per giorno: mi basta e mi avanza un giorno per volta, forse è già troppo.
Anche perché questo é il senso di quell'abbraccio che magari non potremo mai darci ma non di meno desidero con tutto il cuore sentiate fortissimo.
Un saluto caro
Francesco